Tributo al battagliero scrittore Luis Sepúlveda, ucciso dal Covid-19: la scrittura del cambiamento, politico e ambientale

Addio al maestro Sepúlveda. Cantastorie innamorato, inventore di trame passionali e avventurose, romanzi accattivanti fatti di personaggi tridimensionali, vivi, dalla caratterizzazione minuziosa, lascito del suo amore infinito per la cronaca. “Sono uno scrittore perché non so fare altro che raccontare storie”. 

Tutto il web si stringe nell’abbraccio d’addio al battagliero scrittore cileno. Da sempre impegnato politicamente, riusciva a comporre delle storie per bambini con un profondissimo significato, rintracciabile tra le righe dal pubblico più adulto. Questa la grandezza della sua penna, che riusciva a coniugare l’impegno e la passione con uno sguardo bambino.

La sua incredibile voce, sospesa tra l’America latina a cui apparteneva e l’Europa dove si era rifugiato, si è spenta in un ospedale di Oviedo. Covid-19 ha ucciso anche lui, l’ultimo dei combattenti. Aveva 70 anni.

Leggere Sepúlveda non richiede sforzi, le pagine scivolano sotto gli occhi ma le passioni di cui parla, i fantasmi che evoca, i grandi amori, gli ideali irrinunciabili lasciano tracce indelebili nella memoria dei lettori

Così racconta in un’intervista con ilLibraio.it. L’autore parla della sua scrittura come strumento di cambiamento. “Leggere fa bene. Sempre. Ti apre la testa, ti dà sempre una nuova possibilità di interpretare le cose, e questo aspetto della lettura nasce dall’atto della scrittura. Però non lo so, ho sempre pensato che l’unica maniera di cambiare la realtà, l’unico modo di cambiare tante cose che vanno male, non sia come scrittore, come intellettuale, ma come cittadino. Partecipando attivamente alla vita politica e sociale. E oggi la vita politica si è trasformata in qualcosa di estraneo, si è sviluppata questa sorta individualismo, di personalismo, e la gente si affida a feticci come internet e i social network: tante persone, scrivendo su Facebook e Twitter ‘non sono d’accordo’, pensano che quello basti a cambiare il mondo. Ma non è così”

“Manca una riflessione intelligente del perché questo sistema politico ed economico funziona male e del perché è così. E, soprattutto, manca la formulazione coerente di un’alternativa, un’alternativa al neoliberismo, qualcosa di diverso. Questa è la grande sfida, la formulazione di un’alternativa”.

Al suo impegno politico si aggiunge la sua forte lotta ambientalista. Fra i tanti volumi che portano la sua firma, infatti, non mancano quelli dedicati alla sostenibilità ambientale. “Vivere per qualcosa” invita i lettori alla riscoperta della semplicità, sottolineando l’importanza di uno sviluppo sostenibile, del rispetto per l’ambiente, ma anche della condivisione e della solidarietà. Le fondamenta sulle quali l’autore ha costruito la sua carriera e il suo stile di vita: oltre all’amore per la scrittura, infatti, condivide quello per l’etica e la politica, ma soprattutto per l’ecologia. 

VIVERE PER QUALCOSA: In occasione della pubblicazione del libro scritto con José Mujica Lo sviluppo sostenibile, l’attenzione all’ambiente, una politica della solidarietà e della condivisione, la riscoperta della semplicità. Alcune delle più urgenti questioni sociali si possono affrontare partendo dal presupposto che, se per qualcosa è necessario vivere, questo qualcosa non può che essere la ricerca della felicità, per tutti.

Vivere per qualcosa, per la felicità, parola che torna prepotentemente nei racconti di Sepúlveda, una felicità intesa come benessere collettivo, un qualcosa raggiungibile solo attraverso il rispetto per gli altri, per l’ambiente che ci circonda, dagli animali alle piante.

Quel senso di condivisione di cui oggi, complice l’emergenza climatica e la più recente crisi dovuta al Covid-19, si parla sempre più spesso: il bisogno di rallentare, di ritrovare un ritmo di vita meno frenetico, più generoso, arrivando così a quella felicità sì individuale, ma prima di tutto comune.

Tutto quello che si fa per un mondo migliore ha un punto di partenza, e questo punto di partenza è conquistare il diritto a un’esistenza piena. Un esistenza felice, nel senso più completo della parola”. 

“L’ultima rivoluzione rimasta in sospeso è quella dell’immaginario: dobbiamo essere capaci di immaginare in quale mondo e società vogliamo vivere, e se vogliamo essere cittadini o consumatori. La felicità è un diritto umano”.

Tributo al battagliero scrittore Luis Sepúlveda, ucciso dal Covid-19: la scrittura del cambiamento, politico e ambientale
“No paramos de llorar” (tr. “Non smettiamo di piangere”). Così si intitola l’omaggio che la Street Artist Laika ha voluto tributare a Luis Sepúlveda, scomparso dopo avere combattuto per settimane contro il Coronavirus. Nell’opera ci sono due personaggi iconici della produzione letteraria dello scrittore cileno, un gabbiano in volo e un gatto. Entrambi sono in lacrime, e il gatto, che indossa una mascherina, si ripara dalla pioggia di lacrime del gabbiano.

Riporto la parte finale dell’ultimo capitolo del capolavoro di Sepúlveda “La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare”. Forti qui gli spunti di riflessione.

“Ora volerai, Fortunata. Respira. Senti la pioggia. E acqua. Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice, uno di questi si chiama acqua, un altro si chiama vento, un altro ancora si chiama sole e arriva sempre come una ricompensa dopo la pioggia. Senti la pioggia. Apri le ali” miagolò Zorba.
La gabbianella spiegò le ali. I riflettori la inondavano di luce e la pioggia le copriva di perle le piume. L’umano e il gatto la videro sollevare la testa con gli occhi chiusi.
“La pioggia. L’acqua. Mi piace!” stridette.
“Ora volerai” miagolò Zorba.
“Ti voglio bene. Sei un gatto molto buono” stridette Fortunata avvicinandosi al bordo della balaustra.
“Ora volerai. Il cielo sarà tutto tuo” miagolò Zorba.
“Non ti dimenticherò mai. E neppure gli altri gatti” stridette lei già con metà delle zampe fuori dalla balaustra, perché come dicevano i versi di Atxaga, il suo piccolo cuore era lo stesso degli equilibristi.
“Vola!” miagolò Zorba allungando una zampa e toccandola appena.
Fortunata scomparve alla vista, e l’umano e il gatto temettero il peggio. Era caduta giù come un sasso! Col fiato sospeso si affacciarono alla balaustra, e allora la videro che batteva le ali sorvolando il parcheggio, e poi seguirono il suo volo in alto, molto più in alto della banderuola dorata che corona la singolare bellezza di San Michele.
Fortunata volava solitaria nella notte amburghese. Si allontanava battendo le ali con energia fino a sorvolare le gru del porto, gli alberi delle barche, e subito dopo tornava indietro planando, girando più volte attorno al campanile della chiesa.
“Volo! Zorba! So volare!” strideva euforica dal vasto cielo grigio.
L’umano accarezzò il dorso del gatto.
“Bene, gatto. Ci siamo riusciti” disse sospirando.
“Sì, sull’orlo del baratro ha capito la cosa più importante” miagolò Zorba.
“Ah sì? E cosa ha capito?” chiese l’umano.
“Che vola solo chi osa farlo” miagolò Zorba.
“Immagino che adesso tu preferisca rimanere solo. Ti aspetto giù” lo salutò l’umano.
Zorba rimase a contemplarla finché non seppe se erano gocce di pioggia o lacrime ad annebbiare i suoi occhi gialli di gatto nero grande e grosso, di gatto buono, di gatto nobile, di gatto del porto.

Tributo al battagliero scrittore Luis Sepúlveda, ucciso dal Covid-19: la scrittura del cambiamento, politico e ambientale

Per librarsi nell’aria e volare liberi sul mondo, occorre abbandonare le proprie sicurezze e spiccare il volo verso una dimensione ancora ignota e tutta da scoprire. Nessuno, infatti, può davvero insegnarci a volare, se non troviamo il coraggio di buttarci nel vuoto e scoprire che siamo in grado di farlo. 

Ti lascio un gran regalo!

Questa raccolta, curata da Bruno Arpaia, presenta, per la prima volta in un unico volume, tutti i racconti, con alcuni inediti. Sono storie che prendono il via dai ricordi, dal vissuto recente e passato, dal mondo di oggi e da quello scomparso: in esse ritroviamo le caratteristiche del miglior Sepúlveda. L’avventura e la politica, l’amore e la guerra, il viaggio e l’utopia. Ogni riflessione, ogni denuncia, ogni ricordo diventano, in queste pagine, un racconto affascinante, ricco di emozioni diverse ma coerenti con la sua appassionata visione del mondo. Una testimonianza di valore civile e dell’immensa vocazione di narratore di un uomo che, giovanissimo, ha scoperto e riconosciuto “il più infinito degli orizzonti: quello della creatività letteraria”.

Una risposta a “Tributo al battagliero scrittore Luis Sepúlveda, ucciso dal Covid-19: la scrittura del cambiamento, politico e ambientale”

  1. Grazie Simone,
    per questo acuto bellissimo tributo allo straordinario e potente spirito che animava Sepùlveda: esempio luminoso di uomo che ha dedicato la vita a combattere, senza vacillare, per la costruzione di un mondo più giusto e generoso!

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