Il portoghese: aneddoto di un popolo

È difficile giudicare un popolo ospitale. Probabilmente ci facciamo condizionare dai pregiudizi.. dalla vicinanza.
Cercherò di essere il più oggettivo possibile.

Sono le 12.00. Torno a Lisbona col treno. Apro maps.
Scopro di poter raggiungere la mia prossima destinazione più in fretta scendendo in un paesino.
Scendo.
Mancano 20 minuti al mio treno.
Mira-Sintra, luogo dimenticato da Dio.
Più o meno come El paso in un film di Sergio Leone.
Il sole di febbraio è caldo come fosse luglio.
Sbaglio strada. Ovviamente.
Rimangono 10 minuti.
Comincio a correre.
Tutto in salita questo paese.
Tornerò con 2 polpacci enormi.
Valigia mano destra, zaino in spalla e maps sulla sinistra.
Mancano 5 minuti.
Non ce la farò mai.
Chiedo indicazioni ad una signora, non mi capisce.
Da lontano sento una voce, una signora si affaccia al balcone e mi indica dove si trova la stazione. La ringrazio e continuo a correre.
La signora si precipita giù al portone, vedendo la scena mi fermo.
Mi sorride e mi spiega meglio, le sorrido e la ringrazio.
3 minuti.. follia.
Corro senza un domani. Non voglio perderlo.
Vedo la stazione.. dietro sento una macchina. È la signora di prima.
Mi rassicura che sono quasi arrivato.
Non posso fermarmi però.. poi avviene l’incredibile.
Lascia la macchina.. e corre con me fino all’entrata della stazione.. io incredulo.
Davanti la stazione le faccio un sorriso a 32 denti e la ringrazio ancora.
“Muito obrigado, bom dia”
Alla fine prendo il treno per il rotto della cuffia.

Ora potrà sembrare banale.. ma non so quante persone farebbero una cosa del genere.
Se questo è lo spirito portoghese..
È meraviglioso.

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Qui il mio profilo, con i momenti unici in Portogallo.